Biografia

Panorama di Cingoli (MC)
Panorama di Cingoli (MC)

Parte prima – dalla nascita al 1943

 

Carlo Vecchiarelli nasce il 10 gennaio 1884, da un’antica famiglia, a Cingoli, antica e pittoresca cittadina posta su un colle in provincia di Macerata. I suoi genitori si chiamavano Girolamo e Amalia Cavallini.

Dopo un’iniziale iscrizione nel 1902 alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, nel 1903 intraprende la carriera militare come allievo dell’Accademia di Modena, e il 7 settembre 1905 viene nominato Sottotenente dell’Arma di Fanteria. Segue la Scuola di Applicazione di Fanteria a Parma, dove giura sempre nel 1905.

Casa natale di Carlo Vecchiarelli
Casa natale di Carlo Vecchiarelli

Promosso nel 1908 al grado di Tenente, nel 1910 è ammesso al Corso di Stato Maggiore della Scuola di Guerra di Torino.

L’11 febbraio 1912 sposa Caterina (Rina) Tranquilli, dalla quale avrà tre figlie: Rosa Bianca a fine 1912, Vittoria Italica (Nelli)  nel 1916 e Maria Grazia (Pupi) nel 1920.

1910, Tenente presso la Scuola di Guerra di Torino
1910, Tenente presso la Scuola di Guerra di Torino

Nel 1913, dopo aver terminato il Corso di Stato Maggiore (S.M.), viene assegnato al Comando del Corpo di S.M. di Roma e successivamente a quello di Chieti, ove nell’aprile 1914 viene nominato Capitano. Nel successivo dicembre passa a operare presso il Comando S.M. di Perugia e a marzo 1915 torna al Corpo di S.M. di Roma.

Il 23 maggio 1915, a seguito dello scoppio della prima guerra mondiale, viene inviato al fronte con il Comando Supremo, in qualità di addetto all’Ufficio 1°.

A dicembre 1916 viene promosso Maggiore. Nuovamente trasferito a giugno 1917 allo S.M., il 7 ottobre 1917 viene promosso Tenente Colonnello e il 1 marzo 1918 è nominato Capo dell’Ufficio Informazioni della VII^ Armata nelle Giudicarie (la regione sud-occidentale del Trentino). Il 24 gennaio 1918 viene insignito dalla Repubblica Francese della Legion d’Onore con il titolo di Cavaliere, il successivo 30 aprile riceve la sua prima decorazione italiana, il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, e il successivo 19 agosto la Croce al Merito di guerra.

1912 - Nozze con Rina (Caterina) Tranquilli
1912 – Nozze con Rina (Caterina) Tranquilli

Per il brillante svolgimento di tale incarico nel periodo sino alla conclusione della guerra (4 novembre 1918), viene successivamente insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia [1] . Riceve anche altre decorazioni, quali il D.S.O. (Distinguished Service Order, ordine dell’Impero Britannico, nel 1919) e l’Ordine di S. Anna (russo).

Nel 1919 è nominato Addetto Militare presso la Regia Legazione d’Italia a Praga (Cecoslovacchia). In tale sede riceve dal governo cecoslovacco la Croce al merito di guerra e nel 1920 viene anche nominato Aiutante di campo onorario di S.M. il Re Vittorio Emanuele III°.

Nel 1923 diviene comandante di battaglione (Vestone/Gemona) dell’8° Reggimento Alpini, iniziando così una serie di incarichi sempre più importanti nell’ambito di questo Corpo, con il quale manterrà sempre forti legami.

A marzo 1926 viene nominato Addetto Militare presso la Regia Legazione d’Italia a Vienna e successivamente promosso al grado di Colonnello. Tra le attività svolte in tale incarico si segnala l’invio a Roma di un rapporto sulla ristrutturazione dell’esercito austriaco, con la partecipazione di ufficiali superiori tedeschi, in qualche modo prodromico a quanto avverrà nella seconda guerra mondiale, comprendente in particolare un rafforzamento

1921, Tenente Colonnello a Praga
1921, Tenente Colonnello a Praga

dell’artiglieria [2] . Il 20 novembre 1928 riceve la Decorazione al merito della Repubblica austriaca. Rientra in Italia a dicembre 1928, al comando del 7° Reggimento Alpini e nel 1932 viene nominato Capo di Stato Maggiore del Corpo d’Armata di Alessandria.

A giugno 1934 viene promosso Generale di Brigata e va successivamente a comandare la 1ᵃ Brigata Alpini di Torino, che dal 1935 diventerà  Divisione Alpina Taurinense. Questo incarico conclude il suo lungo servizio tra gli Alpini, tra i quali verrà a lungo ricordato per le sue qualità umane e di comandante.

A marzo 1937 è al comando della Divisione Murge a Bari e a settembre viene nominato Generale di Divisione.  Due anni più tardi passa al comando della 132^ Divisione Corazzata Ariete a Verona. Pochi mesi dopo, nel dicembre 1939, diviene Comandante del V° Corpo d’Armata di Trieste[3].

1937, Generale di Divisione
1937, Generale di Divisione

Nell’aprile del 1940 passa a comandare il I° Corpo d’Armata di Torino, e un mese più tardi è promosso al grado di Generale di Corpo d’Armata, partecipando alle operazioni lungo la frontiera occidentale contro la Francia, e venendo successivamente insignito del titolo di Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia[4].

Alla fine di giugno entra nella Commissione per l’Armistizio con la Francia, di cui farà parte fino all’agosto del 1941. A questa data assume l’incarico di Comandante del XX° Corpo d’Armata in Tripolitania (Africa Settentrionale).

Pochi mesi dopo, nel gennaio del 1942, torna a Roma come Sottocapo di Stato Maggiore per le operazioni. In questo ruolo, tra l’altro, è incaricato dal Capo di S.M. Generale, gen. Cavallero, di procedere, in qualità di Comandante Superiore, alla realizzazione di un piano per un attacco all’isola di Malta, la cui localizzazione era

1943, Generale di Corpo d’Armata, designato d’Armata
1943, Generale di Corpo d’Armata, designato d’Armata

strategicamente importante per il controllo del Mediterraneo (attacco poi non effettuato per diverse ragioni).[5]

Durante questi anni riceve altre importanti onorificenze del Regno, come la nomina a Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1940) e quella a Grand’Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia (1938). Ad esse si aggiungono diverse onorificenze di Stati esteri: Croazia (Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Re Zvonimir, 1942), Slovacchia (Grand’Ufficiale dell’ordine del principe Pribina di Polonia, 1942), Ungheria (Cavaliere di gran Croce, 1943) e Giappone (Cavaliere dell’Ordine del Sol Levante).

All’inizio di maggio 1943 viene promosso Generale designato d’Armata e inviato dal nuovo Capo di S.M. Generale, gen. Ambrosio, in Grecia a sostituire il gen. Geloso al comando della XIᵃ Armata, forte di oltre 170.000 uomini, con base ad Atene.

Ed è in questo incarico, particolarmente delicato anche per le ragioni che verranno esposte nella pagina seguente, che lo troviamo al precipitare degli eventi del successivo luglio, con la caduta del regime fascista e con l’annuncio dell’8 settembre dell’armistizio con gli Alleati.

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[1]La motivazione del conferimento così recita:“Capo Ufficio d’Informazioni d’Armata, con competenza, tenacia ed attività intelligente, organizzò il servizio, costituendone un ottimo elemento per il funzionamento del comando. Tenne sempre i comandi interessati a giorno della situazione e delle intenzioni del nemico; con numerose, difficili, coraggiose ricognizioni sulla fronte, seppe imprimere al suo servizio la necessaria arditezza e contribuì efficacemente al successo delle nostre operazioni. (Giudicarie, marzo-novembre 1918 – Regio Decreto n.107 del 17 maggio1919)

[2] Longo L.E., L’attività degli addetti militari italiani all’estero fra le due guerre mondiali, 1919-1939, USSME, Roma 1999, p. 53.

[3]Da notare la coincidenza che il gen. Vecchiarelli subentrò in tale incarico al gen. Carlo Geloso, che nel maggio 1943 avrebbe poi sostituito al comando della 11ᵃ Armata in Grecia.

[4]La motivazione del conferimento così recita: “Comandante di Corpo d’Armata, in una delle zone più aspre del fronte alpino occidentale, attraverso lavoro paziente, condotto con intelligente capacità animatrice e organizzativa, dava agli uomini e alle difese del suo settore, saldezza e coesione sicura per ogni prova. Con intuito operativo, con vigile attiva azione di comando, in condizioni climatiche eccezionalmente avverse, conduceva le sue truppe all’attacco di munitissime posizioni, conseguendo successi superiori ad ogni possibile previsione. Capo, organizzatore, animatore di eccezionale valore.” (Settore Moncenisio-Bardonecchia, aprile-giugno 1940 – Regio Decreto n.243 del 6 gennaio 1941).

[5]Cfr. Faldella E., L’Italia nella seconda guerra mondiale: revisione di giudizi, Cappelli, Bologna 1959, p. 431-432